LA ROBA (parte seconda.Vedere la prima parte sul blog del 10 febbraio 2015.)
La tecnica narrativa e' favolistica, che ricorda la fiaba de "Il gatto con gli stivali".A un ipotetico viandante che chiede chi sia il proprietario delle terre che attraversa, invariabilmente viene risposto di Mazzaro'. Egli rappresenta la figura emblematica del latifondista siciliano. I suoi possedimenti comprendono l'intera tipologia del paesaggio siciliano; dalle paludi agli aranceti, dalle zone malariche a quelle fertili, dagli uliveti alle vigne.
Il clima e'favolistico perche' narra la fortunata ascesa di un povero , con il tipico ribaltamento di situazione, dalla miseria alla ricchezza: un moderno "self made man" (il rabaltimento della situazione per cui I nobili arroganti sono diventati rispettosi).
Mazzaro' viene descritto come un asceta della roba,"magazzini grandi come chiese" sottolinea la religiosita' della roba. E' paragonato a un re, ma egli si crede superiore perche' puo' disporre dei suoi averi come crede, mentre il re non puo' vendere I suoi possedimenti. L'epilogo mostra un Mazzaro' pensoso, non matura una riflessione sulla vita, ma sulla robache dovra' lasciare quando morira' . Per questo esito la novella viene definita favola tragica, finisce con il tragicomico e grottesco tentativo del protagonista di far morire la roba insieme conlui.
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