domenica 26 aprile 2015

MONTALE :Spesso il male di vivere ho incontrato

Composta nel 1923 e'compresa nell'opera "Ossi di seppia". Il poeta osserva la vita quotidiana intorno a se' e scopre in ogni creatura la presenza angosciosa del dolore; il male e la sofferenza costituiscono , infatti, la costante comune della vita.Tutti gli esseri animati e inanimati sono egualmente tormentati  dalla pena  straziante del vivere.L'unico bene possibile e'l'indifferenza , intesa come distacco dagli eventi umani, come non curanza  e disinteresse  per tutto cio' che provoca dolore. Montale pone costantemente al centro dei suoi versi un mondo di oggetti , colti nella loro quotidiana concretezza  e diventare emblemi di condizioni universali.
La poesia apre con l'avverbio di tempo, spesso, che sottolinea il ripresentarsi frequente della negativita' dolorosa del vivere.Il senso di sofferenza viene delineato dalla rappresentazione di tre oggetti particolarmente ricchi di energia vitale, colti proprio nel momento in cui tale vitalita' improvvisamente e dolorosamente si spegne; il ruscello bloccato nel suo fluire, la foglia giunta allo spasimo finale della sua esistenza , il cavallo mortalmente accasciato. L'unica soluzione al male del vivere e', per Montale, il miracolo dell'indifferenza che sola puo'rendere sopportabile la vita.Per questo viene detta divina , e la statua , la nuvola, il falco sono accomunati da un senso di estrema impassibilita'  e di distacco da tutti gli accadimenti umani.

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